Aiutati che l’ortopedico ti aiuta

E’ vero che il nostro corpo è in grado di ripararsi da solo? Quanto c’è di vero nella frase ‘mi curo con le mie forze’?

Pensiamoci un secondo insieme.

Tutti nella vita ci siamo sbucciati un gomito o un ginocchio cadendo, e questo è guarito senza particolari interventi da parte nostra.

Tutti ci siamo procurati un taglio più o meno profondo, e questo una volta disinfettato e tenuto pulito si è riparato da solo.

Ma cosa succede esattamente quando ci tagliamo?

E’ esperienza comune un forte sanguinamento con fuoriuscita di globuli rossi e piastrine. Dopo un po’ il sanguinamento si ferma, perché i vasi vicino alla ferita si restringono per effetto dei fattori di coagulazione e delle piastrine. I fattori di coagulazione inviano messaggi (citochine e altre sostanze) che richiamano i fibroblati sul punto del taglio affinchè inizi il processo di riparazione.

Dopo alcuni giorni la ferita si è riparata.

Il nostro corpo si è riparato.

 

Il processo di guarigione è noto da molto tempo, ma è invece di recente intuizione l’uso delle proprietà delle piastrine e delle loro peculiarità per specifiche patologie ortopediche, in particolare le patologie degenerative ortopediche (lesioni cartilaginee, artrosi precoce del ginocchio, patologie tendinee).

Negli ultimi anni la ricerca medica è riuscita a sviluppare un metodo che consiste nel prelevare, concentrare ed attivare delle piastrine così da poterle iniettare nei tessuti in cui ci sia una lesione. Tale procedura si chiama ‘iniezioni di PRP’ (Platelet-Rich Plasma o plasma ricco di piastrine). Per eseguirla si inizia con un prelievo di sangue al paziente a cui poi si farà il trattamento. Il sangue prelevato viene quindi centrifugato più volte e concentrato fino ad ottenere il PRP del paziente. Una volta pronto (circa 10 minuti dopo il primo prelievo) il PRP viene iniettato nella zona lesionata.

Si riduce l’infiammazione perciò si riduce il dolore, e migliora anche la funzionalità dell’articolazione.

La fascia di età in cui il trattamento risulta più efficace è quella che va dai 40 ai 70 anni, perché le piastrine sono più efficienti e lavorano meglio. Non ci sono grandi limitazioni all’uso di plasma arricchito: non bisogna essere affetti da gravi patologie come malattie del sangue, tumori, e malattie infiammatorie sistemiche come l’artrite reumatoide. Sono delle controindicazioni anche lo stato di gravidanza e l’allattamento.

Quando consigliare questa tecnica?

Dopo visita ortopedica e dopo che si sono adottate terapie conservative (diminuzione del peso, utilizzo di farmaci analgesici, riposo dell’articolazione, terapie strumentali ed esercizi specifici, ma anche terapie a base di cortisone o di acido ialuronico): se queste non funzionano, e prima del ricorso alla chirurgia, è opportuno valutare con il paziente l’utilizzo di questa tecnica. In particolare con chi ha problemi di tendiniti (gomito del tennista, problemi al tendine di achille, trocanteriti, dita a scatto, …), a chi soffre di forme di artrosi in fase iniziale oppure a chi ha problemi nella guarigione ossea.

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